La psoriasi è una patologia complessa che sicuramente riconosce una componente genetica che coinvolge soggetti portatori di uno o più polimorfismi nei geni di suscettibilità, sia a carico della cute, che del sistema immunitario adattativo ed innato. Tuttavia, come accade nella maggior parte delle patologie, è probabile che l’individuo erediti semplicemente una predisposizione alla malattia. Le scelte attinenti allo stile di vita rivestono un ruolo importante nel determinare la comparsa, la gravità o la frequenza di recidiva. La funzionalità dell'apparato digerente, la dieta, la modulazione dell'infiammazione, la capacità di gestire lo stress sono fattori importanti nella storia della malattia. Di questi fattori la salute dell’apparato digerente è un punto nodale per affrontare la patologia. Le disfunzioni digestive, in particolar modo l’incompleta digestione delle proteine, possono dar luogo alla produzione di tossine, note come poliammine, che concorrono alla crescita eccessiva delle cellule dell’epidermide. Inoltre la disbiosi intestinale di tipo micotico, putrefattivo e anche fermentativo, può concorrere alla produzione di tossine che vengono assorbite dal tratto intestinale causando una tossiemia intestinale. I LPS (lipoproteine batteriche dei batteri Gram -) possono attivare impropriamente il sistema immunitario.
La leaky gut syndrome rappresenta pertanto un fattore prioritario da correggere in un paziente con psoriasi, ma in genere con tutte le patologie a componente autoimmunitaria.
In realtà una Leaky Gut Syndrome può instaurarsi non solo per intolleranze alimentari, diete scorrette , abuso alcoolici, disbiosi intestinali di vario grado, ma anche in condizioni di stress con eccessiva produzione di cortisolo e pure in condizioni di esercizio fisico intenso (atleti).
In un approccio funzionale vi è comunque la necessità di intervenire a vari livelli, sia sulla componente metabolica, ma anche psicoemozionale, in quanto l’una si riflette sull’altra.
L’alterazione della permeabilità intestinale è oggi fortemente sospettata di essere all’origine di varie patologie quali: malattia celiaca, infezione da Candida, malattia di Crohn, eczema atopico, problemi digestivi, fatica cronica, allergie alimentari, intolleranze alimentari, asma, emicrania, artrite e in generale tutte le malattie autoimmuni.
I cibi che assumiamo infatti potranno trasformarsi in cellule e tessuti solo dopo esser stati digeriti ed assimilati e per questo motivo buona parte del Sistema Immunitario - le prime nostre difese attive - è collocato nei gangli linfatici dell’intestino e sulle sue pareti (specie nel tenue con le Placche di Peyer) in quanto deve sorvegliare che attraverso i cibi non penetrino nel nostro organismo anche sostanze pericolose.
Quando il sistema digerente funziona bene solo alcuni componenti, accuratamente selezionati, possono attraversare la mucosa dell’intestino ed entrare nel flusso sanguigno.
Ma quando le condizioni non sono ottimali può verificarsi un’infiammazione della mucosa intestinale, specialmente del colon e del retto, con conseguente diminuzione della sua capacità di permeabilità selettiva.
Un intestino disbiotico inoltre, cioè con una flora batterica alterata e insufficiente, diventa sede di varie sostanze tossiche che sovraccaricano continuamente il Sistema Immunitario, il quale nel tempo può perdere la sua efficienza e causare varie disfunzioni come un cattivo assorbimento di vitamine e minerali.
Vi è un’abbondanza di ricerche che dimostrano che una permeabilità intestinale patologica può essere seriamente dannosa per la salute.
Per esempio le proteine più grandi possono attraversare la parete intestinale entrare in circolo.
Quando questi peptidi (aminoacidi) entrano nel sangue, diventano i bersagli delle immunoglobuline circolanti che formano complessi immunitari e circolano nel flusso sanguigno.
I complessi immunitari (CIC) penetrano nei vari tessuti, dove possono provocare infiammazione e vari processi degenerativi.
Questa maggiore permeabilità permette anche a tossine, batteri, funghi e parassiti, che in condizioni normali non potrebbero passare, di superare la barriera protettiva ed entrare nel sangue.
Se la quantità di queste sostanze supera la normale capacità detossificante del fegato si creano varie sintomatologie, tra cui: confusione, perdita di memoria, mente annebbiata, sudorazioni improvvise.
Insomma, è difficile mantenersi in buona salute senza mantenere una permeabilità intestinale equilibrata e normale.
La presenza prevalente nell’alimentazione moderna di cibi poveri di nutrienti essenziali (vitamine, minerali, acidi grassi) che sono importanti fattori protettivi della mucosa intestinale, unita allo squilibrio della flora batterica e alla forte carenza di enzimi sia negli alimenti che nel nostro apparato digerente, è tra le cause principali del deterioramento della membrana intestinale.
A ciò si aggiunge l’eccesso di alcool, zucchero, caffeina e di vari medicinali, come ad esempio quelli anti-infiammatori o gli antibiotici che stimolano la crescita di una flora intestinale anomala (batteri patogeni, parassiti, candida, funghi).
È bene perciò, per ristabilire la corretta permeabilità intestinale, cercare di ridurre i cibi eccessivamente raffinati, lo zucchero, gli alcolici, i medicinali (se non per assoluta necessità), introdurre più vegetali e verdura fresca, evitare i dolciumi e soprattutto i cibi spazzatura (merendine, snacks, ecc.). Aumentare invece il consumo di cibi ricchi di fattori probiotici, enzimatici e nutrienti vitali. Accanto al programma terapeutico che si focalizza sul ridurre il carico infiammatorio di origine gastronterica è necessario un lavoro a livello psicoemozionale in quanto i due aspetti metabolico e psicoemozionale si influenzano vicendevolmente e necessitano un lavoro contemporaneo.
Tutte le funzioni viscerali dell’organismo sono sotto il controllo del sistema nervoso vegetativo nelle sue due branche simpatico e vagale in modo da consentirci un rapido adattamento agli stressor quotidiani. Il sistema simpatico è responsabile della nostra reattività (attacco o fuga), quindi della nostra sopravvivenza, mentre il parasimpatico ha un ruolo protettivo di riduzione dell’arousal e recupero dell’omeostasi. Il Vago è per l’ottanta per cento costituito da fibre afferenti dai visceri che informano costantemente il SNC dell’attività viscerale.
E’ indubbio che lo stile di vita contemporaneo provochi una continua sollecitazione del sistema simpatico e una difficoltà di recupero omeostatico; inoltre, dopo una attivazione del sistema nervoso vegetativo si ha una attivazione dell’asse HPA (hypophisis,pineal adrenal) con una cascata ormonale che si riverbera su tutte le funzioni dell’organismo.
Date queste premesse risulta interessante avere la possibilità di intervenire a stimolare il nervo vago in quanto questo ha una azione antinfiammatoria, induce un senso di benessere e quindi può essere adottata nella gestione di patologie come la psoriasi e la dermatite atopica.
Una infiammazione cronica di basso grado può riflettersi a livello cerebrale attraverso il nervo vago, che informa costantemente il SNC attraverso le sue fibre afferrenti; inoltre, per una analogia strutturale della barriera intestinale con quella emato encefalica (BEE), i fattori infiammatori che alterano l’integrità dell’una possono alterare anche l’altra. Si genera così una neuroinfiammazione che potrebbe spiegare gran parte dei disordini dell’umore e dell’ansia, fino alle malattie neurodegenerative.